Un cane può provare dolore alle zampe, ai denti, alle orecchie ecc. Idem un gatto. Indipendentemente dalla localizzazione e dalle cause, così come nell’uomo, anche negli animali il dolore è una questione complessa che richiede una comprensione profonda non solo degli aspetti fisici, ma anche di quelli emotivi e cognitivi. Quando parliamo di dolore nel cane e nel gatto, così come in qualsiasi altro animale, è fondamentale considerare come questo possa influire sul suo benessere complessivo e sulla sua qualità di vita.
Che cos’è il dolore?
La IASP (International Association for the Study of Pain) definisce il dolore come un’esperienza sensitiva ed emotiva spiacevole, associata ad un effettivo o potenziale danno tissutale o comunque descritta in rapporto a tale danno.
Nell’uomo il dolore rappresenta un’esperienza sensoriale ed emotiva complessa, che può variare ampiamente tra le persone (e anche in uno stesso individuo) a seconda del contesto, del significato del dolore e dello stato psicologico del soggetto.
Fattori cognitivi ed emotivi hanno una fortissima influenza sulla percezione del dolore. Infatti, oggi è ormai risaputo che uno stato emotivo negativo può portare ad un aumento del dolore. Allo stesso modo, stati cognitivi come l’attenzione e la memoria possono influire sul grado di sensazione del dolore.

Per questo motivo, la IASP ha implementato la definizione di dolore con l’aggiunta di 6 note integrative:
- il dolore è sempre un’esperienza personale influenzata a vari livelli da fattori biologici, psicologici e sociali
- il dolore e la nocicezione sono fenomeni diversi; il dolore non può essere dedotto solo dall’attività neurosensoriale
- le persone apprendono il concetto di dolore attraverso le loro esperienze di vita
- il racconto di un’esperienza come dolorosa dovrebbe essere rispettato
- sebbene il dolore di solito abbia un ruolo adattativo, può avere effetti negativi sulla funzionalità e il benessere sociale e psicologico
- la descrizione verbale è solo uno dei numerosi modi per esprimere il dolore; l’incapacità di comunicare non nega la possibilità che un essere umano o un animale provi dolore.
Dolore e psiche
Emozioni, cognizione e dolore sono strettamente correlati tra di loro. Ciò è stato scientificamente dimostrato nell’uomo attraverso studi di imaging cerebrale che hanno messo in evidenza come l’attività dei percorsi neuronali del dolore sia effettivamente alterata dallo stato di attenzione del soggetto, dalle sue emozioni, dall’empatia e anche dalla somministrazione di un placebo.
Tali studi dimostrano come numerosi fattori psicologici possano attivare in maniera variabile dei sistemi neuronali modulatori del dolore, determinando un aumento o una riduzione della sensazione algica.
Gli effetti del dolore cronico
Il dolore cronico (ad esempio, nel cane quello dovuto all’artrosi) può progressivamente portare alla comparsa di alterazioni cerebrali anatomiche e funzionali, causando non solo dolore fisico ma anche alterazioni cognitive, comportamentali ed emozionali, che possono rendersi manifeste anche molto tempo dopo l’inizio della sintomatologia algica.
Dunque, per dirla in maniera semplice, oggi è scientificamente dimostrato che il dolore può a lungo andare danneggiare il cervello.
Anche gli animali soffrono emotivamente per dolore
Ormai è appurato e insindacabile il fatto che anche gli animali (perlomeno i vertebrati) sono esseri senzienti, dotati di coscienza e soprattutto della capacità di provare emozioni tanto quanto gli esseri umani.
Dunque, le stesse interrelazioni tra circuiti emotivi, cognitivi e del dolore che sono stati riscontrati nell’uomo, sono presenti anche negli animali. Pertanto, anche negli animali il dolore può provocare, oltre che sofferenze fisica, anche sofferenze emotiva.
Va da sè, che anche il trattamento del dolore andrebbe gestito in quest’ottica, senza limitarsi alla sola somministrazione di farmaci analgesici o al ricorso a tecniche non farmacologiche (es. fitoterapia, nutraceutica, ricorso a cannabis terapeutica, fisioterapia ecc.) volte a ridurre la componente fisica del dolore, ma prendendo in considerazione anche i bisogni emotivi e le capacità cognitive dell’animale, che andrebbe trattato sempre con empatia e rispetto, conoscendo ovviamente le sue caratteristiche etologiche e le sue peculiarità caratteriali.
Alcune delle possibili modalità da mettere in atto per la gestione di un animale con dolore sono rappresentate da:
- supporto emozionale (ad es. con la floriterapia)
- cura nella manipolazione, massaggi
- gestione dell’igiene
- attenzione all’ambiente in cui vive (ad es. comodo giaciglio per riposare, facile accessibilità alla cassetta igienica, posizionamento di rampe sulle scale…)
- gestione dello stress
- interazioni sociali positive (es. momenti di gioco e intrattenimento, attività di stimolazione mentale..)
- supporto comportamentale.

In merito a quest’ultimo punto, il Veterinario Esperto in Comportamento animale è la figura più indicata per consigliare, in seguito a visita o consulenza veterinaria comportamentale, il giusto iter per supportare adeguatamente a livello emotivo e cognitivo l’animale che soffre per dolore.
Una visione olistica
La medicina occidentale ha tradizionalmente ignorato il ruolo della psiche nel controllo del dolore e si è concentrata solo sul trattamento farmacologico del sintomo fisico.
Oggi però è sempre più crescente la necessità di una visione olistica, dove mente e corpo, psiche e soma sono strettamente correlati e, dunque, anche il dolore non è più solamente sofferenza fisica, ma anche emotiva.
L’obiettivo della medicina veterinaria olistica è perciò garantire il benessere del paziente animale, inteso in termini fisici, emotivi e sociali, soprattutto quando ci si trova a dover trattare il dolore, che impatta in modo significativo su tutti e tre questi aspetti.

In conclusione...
In conclusione, il dolore nei cani e nei gatti, così come in altri animali, è un fenomeno complesso che va ben oltre la mera dimensione fisica. La comprensione del dolore deve necessariamente includere aspetti emotivi e cognitivi, riconoscendo che gli animali, essendo esseri senzienti, possono soffrire emotivamente oltre che fisicamente. La gestione del dolore animale richiede un approccio olistico che combini trattamenti (farmacologici e non) volti ad alleviare il dolore fisico con interventi mirati a supportare il benessere emotivo e comportamentale dell’animale. L’obiettivo finale è garantire una qualità di vita ottimale, riducendo la sofferenza in tutte le sue forme. Questo approccio integrato e empatico è fondamentale per il benessere complessivo degli animali domestici, permettendo loro di vivere una vita più serena e soddisfacente.
BIBLIOGRAFIA
- Della Rocca G, “Non solo gestione fisica ma anche controllo cognitivo ed emotivo del dolore”, in Settimana Veterinaria, n° 1323, 2024
- https://www.iasp-pain.org/