Il raffreddore nel gatto è una delle problematiche più comuni. In questo articolo esploreremo insieme le cause, i sintomi e le possibili terapie per questo frequente problema. Scopriremo come riconoscere i segnali di disagio dei nostri felini e quali misure possiamo intraprendere per agevolare il processo di guarigione.
Cosa si intende per raffreddore nel gatto?
Per raffreddore nel gatto si intende un’infiammazione delle vie respiratorie, generalmente causata da un’infezione virale, accompagnata da una varietà di sintomi tra cui tosse, naso che cola, starnuti ecc.
Solitamente è più frequente nei mesi freddi e durante i cambi di stagione, quando le difese immunitarie sono più deboli e il rischio di contrarre un’infezione più elevato. Tuttavia, i gatti possono sviluppare il raffreddore in qualsiasi periodo dell’anno, soprattutto se hanno libero accesso all’esterno e possono venire a contatto con gatti malati.
Quali sono i sintomi?
Il raffreddore nei gatti si presenta generalmente con sintomi simili a quelli dell’uomo. Questi possono essere rappresentati da:
- starnuti
- tosse
- scolo nasale
- lacrimazione eccessiva, scolo oculare, congiuntivite, occhio chiuso
- diminuzione dell’appetito.

In alcuni casi, particolarmente gravi, possono comparire anche febbre, ulcere e lesioni nella bocca (stomatite), anoressia e debolezza, difficoltà respiratorie.
Le manifestazioni cliniche possono comparire in forma acuta, cronica e intermittente.
Nei gattini e nei soggetti stressati o immunodepressi (ad esempio i gatti con FIV e FeLV) è maggiore la probabilità di sviluppare la malattia in forma più grave.
Quali sono le cause?
In più del 90% dei casi il raffreddore nel gatto è causato da infezioni virali e i virus principalmente imputati sono il Calici Virus felino (FCV) e l’Herpes Virus felino (FHV).
Il raffreddore causato da questi virus è molto contagioso per gli altri gatti, ma non per l’uomo.
In alcuni casi, oltre all’infezione virale può svilupparsi una sovrainfezione batterica, soprattutto da Clamidia (Chlamydiophila felis), un germe che colpisce prevalentemente l’occhio causando congiuntivite.
Assai più rari sono i casi in cui i sintomi del raffreddore sono causati da altri microrganismi, come i funghi.
Come si diagnosticano FCV e FHV?
Poiché FCV e FHV sono nella maggior parte dei casi i principali responsabili delle infezioni delle prime vie respiratorie nel gatto, quando si rinvengono sintomi a carico di naso (scolo nasale), occhi (scolo oculare, congiuntivite) e bocca (stomatite) il principale sospetto diagnostico è rappresentato da questi virus.
Tuttavia, poiché questi sintomi possono essere causati anche da altri microrganismi, per la diagnosi di certezza bisogna ricorrere ad esami di laboratorio specifici (come la PCR).
Come si cura il raffreddore nel gatto?
Nella maggior parte dei gatti, il raffreddore si risolve nel giro di qualche giorno o, al massimo, qualche settimana, a seconda dell’efficienza del sistema immunitario del soggetto colpito.

- lasciare il gatto a riposo in casa, evitando di esporlo a situazioni stressanti (è risaputo, infatti, che lo stress influisce negativamente sulle difese immunitarie)
- umidificare l’ambiente o, se il gatto è collaborativo, effettuare delle sedute di aerosol con soluzione fisiologica per fluidificare le secrezioni nasali e favorirne l’eliminazione, in modo da alleviare la congestione e liberare le vie aeree
- mantenere puliti naso e occhi e rimuovere eventuali secrezioni prima che si secchino
- favorire l’alimentazione, proponendo al gatto cibi invitanti; poiché spesso i gatti raffreddati non mangiano perchè sentono meno gli odori a causa della congestione nasale, può essere utile scaldare leggermente il cibo umido affinché sprigioni maggiormente il suo aroma e presentarlo tiepido al micio
- eventualmente somministrare integratori ad uso veterinario specifici per il gatto a base di lattoferrina e lisina.
Anche alcuni rimedi naturali possono essere utili nel gatto raffreddato. Per approfondimenti leggi il nostro articolo “Rimedi naturali per il raffreddore nei gatti”.
Nei casi più gravi, ad esempio quando compaiono febbre, anoressia e/o difficoltà respiratoria, è opportuno portare al più presto il gatto in visita dal Veterinario per gli accertamenti del caso e per avviare immediatamente il trattamento terapeutico più adeguato.
In casi particolarmente critici, ad esempio quando il gatto ha la febbre alta oppure non mangia da più giorni ed è disidratato, potrà rendersi necessario il ricovero per effettuare fluidoterapia endovesa e terapie di sostegno.
In caso di infezione batterica il Veterinario prescriverà la terapia antibiotica.
Si può prevenire il raffreddore nel gatto?
Attualmente sono disponibili vaccini contro FCV e FHV. Questi vaccini, pur non essendo in grado di evitare del tutto l’infezione, riescono a ridurre l’entità della sintomatologia clinica.
Dal momento che entrambi i patogeni sono ampiamente diffusi nella popolazione felina, il rischio di esposizione a questi virus è molto elevato. Perciò è buona norma vaccinare tutti i gattini e richiamare la vaccinazione anche nei soggetti adulti, soprattutto quelli che hanno accesso all’esterno e possono venire a contatto con altri gatti.
In un ambiente dove convivono più gatti è importante:
- effettuare un breve periodo di quarantena prima di introdurre un nuovo soggetto
- isolare i gatti che presentano sintomi
- utilizzare ciotole e lettiere separate
- pulire e disinfettare frequentemente i locali
- lavare e disinfettare mani e vestiti dopo aver toccato un gatto con il raffreddore.

In conclusione...
In conclusione, il raffreddore nei gatti rappresenta un problema comune, spesso scatenato da infezioni virali come il Calici Virus felino (FCV) e l’Herpes Virus felino (FHV). La malattia, con sintomi simili a quelli umani, può manifestarsi in forma acuta, cronica o intermittente, con un rischio maggiore per i gattini e i soggetti immunodepressi.
Nella maggior parte dei casi, il raffreddore nel gatto si risolve spontaneamente in pochi giorni o settimane, con cure mirate a migliorare il comfort dell’animale e favorire la guarigione.
In situazioni gravi, è essenziale consultare il Veterinario per accertamenti e trattamenti appropriati, compresa la somministrazione di antibiotici in caso di infezione batterica.
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